Inchiostro su carta
Nel primo lockdown è stato per me devastante, restare bloccato e chiuso in casa senza potermi esprimere nella mia gestualità e nella mia ricerca, venendo a mancare i movimenti del mio lavoro, mi sembrava davvero una follia.
Sentivo di dover agire per non stare male. Ho recuperato il materiale in fretta e furia, trovando inchiostri colorati insieme alla carta. Sinceramente è stata la mia salvezza. Riprendere il processo di elaborazione della ricerca artistica mi ha dato la possibilità di respirare, in qualche modo l’ho considerato terapeutico.
Mi sono trovato costretto a lavorare con la pittura, nonostante tutte le difficoltà pratiche ho riscoperto il vero piacere della continuità e delle evoluzioni, che giorno dopo giorno si riesce ad ottenere.
In questo primo lockdown ho perso mia madre, era una poetessa, Milli Graffi, lei sapeva aiutarmi senza stravolgere il mio pensiero negli scritti e nei titoli delle opere, era per me un supporto essenziale, di grande aiuto.
A giugno ho potuto mettermi alla ricerca di una carta più pregiata, più adatta a continuare l’esperienza con gli inchiostri, ho avuto più possibilità e anche con differenti formati.
Mi sono impostato una sorta di matrice, usando la stoffa che viene imbevuta, macchiata ed elaborata con un gioco di gesti accidentali e da circostanze fortuite. Durante la fase di asciugatura il quadro si modifica e si evolve. Successivamente alla fase di asciugatura del supporto e della matrice in stoffa, vengono separati i due elementi, il risultato è duplice: la carta che riceve l’impronta dalla stoffa e la matrice in stoffa che ha un suo ulteriore fascino.
Valerio Anceschi